Medicina «zona rossa» contro il virus – Libertà, che me faccio?
Sabato 4 aprile, Medicina «zona rossa». Ci hanno liberato, la notizia era nell’aria da giorni. Medicina non è più zona rossa, hanno tolto i posti di blocco dalle strade. Cosa cambia per me? Poco o nulla. Per altri, invece, il discorso è diverso, chi ha aziende o negozi fuori dal paese può tornare al lavoro (se le aziende o i negozi sono aperti). È rischioso? Certo, però si deve guardare avanti, e bisogna portare a casa uno stipendio. Mia moglie forse dovrà andare a Imola tutti i giorni, sono preoccupato per lei? Non più di tanto, sto aspettando con ansia il momento in cui rientrerà a casa, lunedì sera, per vendicarmi. Sto studiando con i bambini un percorso di sterilizzazione che prevede varie fasi della durata complessiva di almeno due ore, che terminerà con dieci minuti di corda e cinquanta flessioni, così da espellere le ultime tossine tramite sudore.
Cosa ricorderò di questo periodo? Le chat infinite, gran parte delle quali scadute di tono giorno dopo giorno, fino a rasentare volgarità inenarrabili. Il silenzio del centro storico e quell’uccellino che canta tutte le mattine non appena spunta il sole, non mi ero mai accorto di lui, mi mancherà quando il traffico ricomincerà a scorrere. Tutta la filmografia di Adam Sandler, alla quale sono stato costretto da mio figlio. L’attività fisica, non ne avevo mai fatta così tanta. Qualche sprazzo di umanità. Il brindisi con il mio sindaco, da finestra a finestra, quando il traguardo era ancora molto lontano (lo è ancora, per la verità). Mi restano anche un taglio di capelli inguardabile e delle piante grasse in sofferenza. Mi mancheranno quelli che ci hanno lasciato, ai quali dedico questo diario. Mi mancherete anche voi che avete letto, condiviso e commentato. Ora mi fermo. Ma forse torno, se succede qualcosa. That’s all folks. (Corrado Peli)
Scatto da Medicina
Corrado impagabile!