«L’essere creativi si lega alle situazioni giuste. Questo clima, però, non consente di fantasticare molto». Sceglie questa immagine Mauro Bartoli, regista e produttore cinematografico imolese della Lab Film, per descrivere le ripercussioni dell’emergenza coronavirus sul proprio lavoro.
«Avrei dovuto accompagnare in giro per l’Italia e per i festival i due documentari in uscita 1944: Silenzio sul Monte Sole (di cui è produttore, ndr) e Narratore dell”avvenire, dedicato a Giovanni Pascoli, ma tutte le presentazioni sono state cancellate – racconta –. Avrebbe dovuto essere un bel momento, che coronava il lavoro fatto in questi ultimi anni. La speranza è quella di riuscire a recuperare tutte queste occasioni».
«Nonostante tutto, la macchina è ancora in movimento», offre una prospettiva differente Giangiacomo De Stefano, regista e produttore imolese della Sonne Film.
«Sono impegnato nella produzione di un film sulla storia delle discoteche, che speriamo possa uscire verso settembre/ottobre – anticipa –. Ogni giorno mi relaziono online con i miei coproduttori e con le registe, che a loro volta sentono la montatrice, un collaboratore che si occupa della grafica e delle animazioni, e il compositore delle musiche».
«E’ dura, però voglio mantenermi moderatamente ottimista», “resiste” Gian Marco Pezzoli, regista imolese con all’attivo due cortometraggi.
«Ho perso la parte conclusiva della distribuzione di Mon clochard – racconta –. Avevamo ricevuto un invito per la cerimonia di premiazione del festival Cortoconfine al castello di Padernello, in provincia di Brescia, il 29 febbraio, e solamente lì avremmo scoperto quale premio ci era stato assegnato, ma il festival è stato cancellato».
Ancora, «ho tre progetti bloccati – prosegue –. E’ ferma la preproduzione di quello più importante, e la speranza è che i bandi per la ricerca dei finanziamenti non vengano posticipati. E sono fermi i sopralluoghi». (lu.ba.)
Le interviste complete sul numero del Sabato sera del 26 marzo
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