Sgominata la banda delle carte di credito, nei guai anche una 46enne di Medicina
«Incognito». Si chiama così l’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli con i carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania, insieme ai Comandi Provinciali di Napoli, Caserta e Bologna, che ha portato ieri, mercoledì 1 luglio, il gip del Tribunale di Napoli ad eseguire 14 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed all’indebito utilizzo, previa attivazione con metodi fraudolenti, di carte di credito/debito di illecita provenienza. Tra queste anche una 46enne residente a Medicina, la quale «non è stata accusata di far parte dell’associazione, ma bensì di concorso nelle attività di utilizzo indebito della carte di credito e possesso di documenti di identità falsi. Per questo motivo non è stata disposta la sua custodia cautelare in carcere, ma il divieto di allontanamento dal comune di dimora» fanno sapere i carabinieri. La donna, infatti, fingendosi la moglie di uno dei malviventi, utilizzava le carte di credito intestate a soggetti di sesso femminile e consentiva di superare più agevolmente i controlli, ma «ha partecipato solo alla prima trasferta della banda» commentano i militari.
L’indagine è stata avviata a marzo 2019 a seguito dell’esecuzione, a Napoli, di una misura cautelare detentiva nei confronti di uno dei responsabili della rapina a mano armata all’ufficio postale di Nonio, provincia di Verbania, del dicembre 2018. Nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri avevano infatti rinvenuto una carta di credito intestata ad una donna del nord Italia, del tutto estranea al soggetto arrestato. Dagli accertamenti è emerso che la carta di credito, riportante una firma falsa e mai giunta all’intestataria, era stata utilizzata in un casinò sloveno. Una ulteriore verifica ha consentito di appurare che la stessa era stata sottratta, alla fine di gennaio 2019 ed unitamente a molte altre di uno stesso lotto, dal Centro Meccanizzato Postale di Milano Roserio.
Analizzando così i movimenti di tutte le carte di credito di quel lotto è emerso che molte erano state utilizzate indebitamente presso casinò sloveni nonché esercizi pubblici o Atm italiani. Una volta ottenuta la disponibilità delle carte iniziava la fase di acquisizione di dati sensibili sul conto degli ignari clienti. Per raggiungere il loro scopo, gli associati avevano costituito una vera e propria “struttura” altamente organizzata, contattando di volta in volta i destinatari delle carte, nonché uffici pubblici, banche ed istituti finanziari, cercando di ottenere i dati riservati necessari a poter attivare ed utilizzare le carte di credito che avevano a disposizione. Una volta attivate, altri soggetti iniziavano ad utilizzarle, sia a Napoli che in altre zone d’Italia ed anche all’estero (Slovenia e Svizzera), monetizzandone il più possibile i rispettivi plafonds. In particolare, oltre a prelievi presso gli Atm ed acquisti in boutique o centri commerciali, i soggetti si recavano presso casinò esteri dove, mostrando documenti falsi corrispondenti alle carte di credito, acquistavano fiches per migliaia di euro, che poi venivano restituite poco dopo, ottenendo così denaro contante.
I malviventi erano anche in grado di aggirare i sistemi di sicurezza attivati dalle banche e istituti finanziari, così gli ignari clienti spesso si avvedevano degli indebiti utilizzi, anche fino ad oltre 6 mila euro, solo alla ricezione dell’estratto conto, a seguito del quale non potevano fare altro che denunciare l’accaduto. L’attività di indagine è proseguita ininterrottamente per oltre 8 mesi ed ha permesso di ricostruire l’organigramma dell’associazione per delinquere e documentare 133 eventi delittuosi, commessi da gennaio a maggio 2019, ai danni di 122 parti offese e per una somma complessiva di diverse centinaia di migliaia di euro. Nel corso dell’indagine sono state inoltre rinvenute e sequestrare 220 carte di credito di provenienza illecita e 7.450 euro in contanti. (da.be.)
Foto d’archivio