Picchiarono un ragazzo nel parco dietro al bar Renzo, la polizia individua e denuncia tre giovani
La polizia di Imola, dopo un mese di indagini, ha denunciato per rissa aggravata tre giovani che, nella notte tra il 19 ed il 20 giugno scorso, picchiarono violentemente un ventiquattrenne imolese nel parco antistante il bar Renzo. La vittima fu poi trasportata al pronto soccorso dove fu dimessa con una prognosi di 21 giorni a causa di diverse fratture. «Subito dopo il fatto bloccammo un ventunenne residente a Imola e già noto alle forze dell’ordine – commenta il dirigente del commissariato di polizia di Imola, Michele Pascarella -, il quale partecipò alla rissa, scaturita per futili motivi, insieme appunto ad altri due minorenni anche loro imolesi. Tutti e tre avevano abusato di super alcolici e fumato sostanze stupefacenti».
Indagini complesse e concluse anche grazie all’aiuto di testimoni e video girati dai presenti e poi visionati dagli agenti. «In particolare un ragazzo residente nel circondario – prosegue Pascarella – ha letto la notizia sul giornale e si è recato in commissariato raccontando di aver subito un tentativo di aggressione più o meno nella stessa zona. Anche dalla sua testimonianza siamo così riusciti a risalire ai responsabili e a tutte le persone presenti, perché il gruppo era più numeroso ma solo i tre giovani denunciati si avventarono contro la vittima».
Le denunce arrivano pochi giorni dopo i provvedimenti presi dai carabinieri nei confronti di dieci giovani considerati responsabili di un’altra aggressione avvenuta poco distante in via Malsicura. «I gruppi sono diversi, ma forse qualche elemento di contatto c’è – conclude Pascarella -. Baby gang a Imola? Più corretto dire che ci sono giovani che, sotto l’utilizzo di alcol e droghe, diventano pericolosi, anche perché vivono senza il controllo dei genitori. Potrebbero commettere reati anche più gravi, ma per fortuna siamo intervenuti in tempo prima di trovarci di fronte ad un’escalation di violenze. Ora lasciamo che se ne occupi la Magistratura, ma adesso anche gli atri sanno che li conosciamo e che li teniamo d’occhio» (da.be.)
Foto d’archivio