Calano le segnalazioni, ma la violenza sulle donne purtroppo non cessa
È più facile del previsto incappare in pericolosi sbagli, fino a ridursi a non sapere come uscirne. Se non ci fossero state (le operatrici del centro antiviolenza Trama di terre, nda), chissà se ero ancora qui per scrivere questa lettera. Questa lettera è una testimonianza anonima raccolta e pubblicata sul proprio sito dall’associazione Trama di terre di Imola, che gestisce l’omonimo centro antiviolenza oltre ad occuparsi di numerosi progetti per le donne. Come il gruppo di autodeterminazione, spazio per la condivisione delle esperienze delle donne che partecipano.
Tra aprile e maggio, durante il lockdown, l’emergenza sanitaria in corso ha impedito gli incontri del gruppo ma solo in presenza. Del resto, vista la sua utilità, lo stesso centro antiviolenza non ha mai chiuso le proprie porte. Anche perché, come racconta Alessandra Davide di Trama di terre, durante il lockdown «le richieste di aiuto da parte di nuove donne sono drasticamente calate, ma la violenza non è cessata». Un dato, questo, che si riflette anche nei numeri raccolti dal Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna, che analizza come il lockdown abbia influito negativamente sul numero di richieste di aiuto delle donne vittime di violenza: nel trimestre marzo-maggio, infatti, le donne che si sono rivolte per la prima volta ai 14 centri del coordinamento sono state 585, il venti per cento in meno rispetto al 2019 (con un picco del 53 per cento in meno nel solo mese di marzo). «La casa viene solitamente descritta come un rifugio sicuro, ma non tutte le abitazioni concordano con la rappresentazione della casa dolce casa del modo di dire – continua la Davide -. Nel dettaglio, il nostro centro ha registrato 33 nuovi accessi fino a metà agosto, mentre lo scorso anno erano 50 al 31 luglio (a questi dati si aggiungono quelli del centro antiviolenza PerLeDonne). Non sono calate, invece, le richieste di ospitalità in emergenza, quando cioè la situazione di violenza risulta già grave». (mi.mo.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 3 settembre.