Se vi siete mai chiesti che vino bevesse Caterina Sforza, la Leonessa di Romagna, nella sue Rocche di Imola e Dozza, la risposta è il Sangiovese. Ovviamente stiamo giocando con la storia e con l’enologia. Non ha giocato invece il Consorzio vini di Romagna che ha curato il progetto e il marchio collettivo europeo «Rocche di Romagna» allo scopo di valorizzare il patrimonio enologico a partire dal Sangiovese delle Sottozone.
Il Consorzio vini di Romagna, realtà che oggi riunisce 115 aziende vitivinicole di cui 7 cantine cooperative, 5 imbottigliatori e 103 produttori vinificatori, ha curato e lanciato il nuovo marchio collettivo europeo «Rocche di Romagna» con lo scopo di valorizzare il patrimonio enologico a partire dal Sangiovese delle Sottozone, ovvero il miglior prodotto per il rosso romagnolo. L’adesione all’uso del marchio è libera e aperta a tutti i produttori di Romagna Sangiovese Sottozona e Sottozona Riserva. Sono stati introdotti nuovi vini tra i quali il Romagna Bianco e Rosato e il Romagna Rosso. Inoltre, è stato allargato il sistema delle Sottozone, che da 12 passano a 16 con Imola, Verucchio, Coriano e San Clemente che si aggiungono alle altre.
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Nella foto: Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio vini di Romagna, Francesco Bordini, consigliere del Consorzio e nel Cda dell’Enoteca Regionale, e Filiberto Mazzanti, direttore del Consorzio; la mappa delle 16 sottozone; in alto il marchio «Rocche di Romagna» che identifica i Sangiovese Sottozona.
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