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Cronaca 3 Dicembre 2022

Giornata mondiale delle persone con disabilità, eventi a Imola, Castel San Pietro e Medicina

Per la ricorrenza della Giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre) il territorio imolese offre una riflessione sul diritto all’inserimento lavorativo. L’ASP organizza, infatti, il convegno «Disabilità cura della comunità», che si svolgerà mercoledì 14 dicembre, dalle 9.30 alle nella sala grande di Palazzo Sersanti. Il convegno sarà un momento di studio e scambio di esperienze di inserimento lavorativo sul territorio. Si partirà dalla legislazione regionale che offre opportunità di tirocini formativi, per arrivare agli inserimenti lavorativi come step imprescindibile per pensare ad una inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità. «Crediamo che una piena integrazione nella società non possa prescindere dalla tutela del diritto al lavoro, nel rispetto delle proprie competenze e autonomie.  Le nostre comunità – sottolinea Daniela Spadoni, presidente dell’assemblea del Circondario – hanno bisogno di ricominciare a prendersi cura gli uni degli altri. La disabilità ha bisogno della cura di ciascuno, perché quando le risorse pubbliche non aumentano devono aumentare la qualità delle relazioni e la forza della condivisione». Per Susi Lamieri, responsabile servizio sociale dell’Asp spiega come «la nostra realtà costruisce progetti di qualità attraverso tirocini, interventi educativi e veri e propri inserimenti lavorativi, qualora siano possibili. Questi progetti sono fondamentali per costruire percorsi giusti ed equi per le persone con disabilità, per favorire l’integrazione nella società e nel mondo del lavoro».


Nella giornata di sabato a Castel San Pietro dalle 14 al Teatro Cassero si tiene il convegno «Il sapere nell’inclusione», all’interno della settimana del benessere scolastico promossa dall’Istituto comprensivo di Castel San Pietro Terme in collaborazione con l’ I.I.S. Bartolomeo Scappi, la Direzione Didattica e il Comune.

Anche Medicina organizza un evento che si terrà alla palestra comunale “G. Simoni” dalle 17.30 alle 19 con un open day – (BASKet Integrato) promosso dall’associazione Germoglio Odv di Medicina. Venerdì 9 dicembre dalle 15 alle 17 apertura mensile dello sportello telefonico Informhand (377 2913452), servizio mensile gestito da volontari dell’associazione Germoglio per dare informazioni utili alle persone con disabilità e ai loro familiari. Prossime aperture il 13 gennaio, 10 febbraio e 10 marzo 2023

(r.cr.)

Giornata mondiale delle persone con disabilità, eventi a Imola, Castel San Pietro e Medicina
Cronaca 5 Novembre 2021

Il mondo della matematica a convegno da oggi a Castel San Pietro

Si apre questo pomeriggio a Castel San Pietro la 35ª edizione del convegno nazionale «Incontri con la Matematica», quest’anno dedicato al tema «La didattica della matematica: riflessioni teoriche e proposte concrete». In programma oltre 70 tra conferenze e seminari, 20 laboratori, con focus dalla scuola per l’infanzia fino alla scuola secondaria di primo e secondo grado; una sezione poster con 25 proposte e oltre 100 relatori. Tra gli ospiti Luis Radford, professore alla Laurentian University, Sudbury, in Canada, Samuele Antonini dell’Università di Firenze, Pierluigi Ferrari dell’Università Orientale del Piemonte e Giorgio Bolondi della Libera Università di Bolzano.

Per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia, le giornate ideate dal professor Bruno D’Amore, coordinatore del Comitato scientifico, si svolgono dal 5 al 7 novembre in videoconferenza. L’ambiente virtuale del convegno resterà però aperto per un mese anche dopo il 7 novembre e vi saranno caricate le registrazioni delle conferenze e dei seminari, per permettere la visione anche a chi non ha potuto seguire in diretta. Per informazioni: www.incontriconlamatematicaonline.it. (lo.mi.) 

Nella foto: l’edizione 2018

Il mondo della matematica a convegno da oggi a Castel San Pietro
Cultura e Spettacoli 28 Novembre 2020

100 anni Pci, cosa significa pensare di essere comunisti oggi?

Se Achille Occhetto fosse stato un buon dirigente politico, quel 12 novembre 1989 alla Bolognina avrebbe dovuto dire: «Compagni, chiediamoci cosa significa essere comunisti verso gli anni 2000». C’era stata l’apertura del Muro di Berlino e i paesi del cosiddetto socialismo reale erano in fermento. L’Urss di Gorbachev era alla canna del gas dopo aver inseguito gli Usa nella corsa agli armamenti ed era il momento giusto per fare il punto sul movimento comunista internazionale. Invece il prode Achille aveva la fregola di essere il traghettatore di questa grande forza politica, morale, etica che era il Pci nell’area di governo. Poi ha dovuto soccombere al gatto e alla volpe, Napolitano e D’Alema, e non fu nemmeno eletto segretario alla fine del 19° Congresso! Chiunque fosse il segretario, Occhetto, D’Alema, Veltroni, Fassino, delle varie versioni Pds, Ds ora Pd, nel post Pci stavano tutti allineati e coperti senza alcun senso critico, mentre veniva distrutto il lascito politico di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer, sotto la supervisione di Napolitano. Qualche crepa si è avuta con l’egolatra Renzi.

Questa premessa per asserire che dopo le nostre scelte, indotte dalla delusione, da tempo ci siamo posti il problema: cosa significa pensare di essere comunisti, oggi? Riavvolgendo il film siamo arrivati anche a pensare che, viste anche le percentuali del 18° e 19° congresso, forse sarebbe stato meglio costituire una forte corrente comunista all’interno del Pds per tenersi ancorati non alle liturgie o alle nostalgie, ma al patrimonio solidaristico, anticapitalista, antimperialista e senso dello Stato del Pci. La dispersione di quel lascito ha successivamente portato al berlusconismo, al leghismo, al renzismo perché si era di proposito abbandonata l’originalità, la particolarità del Partito comunista italiano, la sua autonomia di giudizio e i suoi ideali costitutivi quali la giustizia sociale, la dignità del lavoro, la libertà, l’uguaglianza, la pace, la solidarietà internazionale. (f.s. n.v.)

Ulteriori approfondimenti su «sabato sera» del 26 novembre.

Nella foto: da sinistra Filippo Samachini; Nino Villa in una foto risalente agli anni Ottanta, quando era responsabile di zona della sezione San Ruffillo del Pci di Bologna

100 anni Pci,  cosa significa pensare di essere comunisti oggi?
Cronaca 23 Luglio 2020

A Imola il convegno di Confartigianato Bologna: «Scommettere sui giovani per ripartire»

Tutto esaurito all’evento organizzato da Confartigianato Bologna Metropolitana dal titolo «Il contagio della speranza», che ha avuto luogo martedì 14 luglio nelle sale dell’hotel Donatello. Ospiti del talk show, moderato da Michele Brambilla, direttore di Qn – Il Resto del Carlino, sono stati Amilcare Renzi, segretario metropolitano di Confartigianato, Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola, Eugenio Dal Pane, presidente della casa editrice Itaca, e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà. «Noi tutti abbiamo vissuto qualcosa che non potremo dimenticare –  ha spiegato Eugenio Dal Pane, autore del libro “Il Contagio della Speranza” che ha dato il titolo all”evento -. Durante la pandemia abbiamo percepito tutta la nostra fragilità e impotenza, abbiamo scoperto che non è vero che siamo padroni del mondo o della vita. Siamo stati smascherati nella nostra fragilità, come ha spiegato Papa Francesco lo scorso 27 marzo. Questo però ci ha permesso di domandarci su cosa poggia la nostra vita, quali sono i valori a cui dobbiamo guardare. Perché e per chi lavoriamo, con quale scopo? A mio parere ci ha fatto bene fare questa esperienza di fragilità e di aver trovato qualcuno che ci ha chiesto di fare una verifica di cosa sia importante ed essenziale. Ciò che si è evidenziato in quei giorni difficili, con medici, infermieri, volontari e religiosi disponibili ad aiutare il prossimo e a far emergere il desiderio di dare sé all’altro. Dobbiamo custodire la memoria di ciò che è accaduto e di ciò che abbiamo sentito come più vero. Il dono di sé per il bene di tutti deve valere per ognuno di noi». 

«Accanto agli angeli della sanità, durante la pandemia, sono state molte le piccole imprese che hanno continuato a lavorare per mantenere accese le luci della comunità – ha spiegato Amilcare Renzi in apertura di serata -. Un mondo, quello della piccola impresa, molto presente nei territori e che deve poter continuare a giocare quel ruolo di valore e distintivo che ha sempre messo in campo. Il tenore di vita che abbiamo oggi lo dobbiamo a quegli uomini e a quelle donne che, animati dalla cultura del fare, hanno contribuito in modo fondamentale allo sviluppo sociale ed economico delle nostre terre. Dobbiamo scommettere sui giovani, dobbiamo tornare a pensare alla comunità con l’idea che il grande abbraccia il piccolo, per arrivare al traguardo tutti insieme». (r.cr.)

L’articolo completo su «sabato sera» de «23 luglio».

Nella foto: i relatori dell’incontro

A Imola il convegno di Confartigianato Bologna: «Scommettere sui giovani per ripartire»
Cronaca 15 Gennaio 2020

L'architetto e urbanista Ennio Nonni: «Non ci sono regole precostituite per rendere attrattivi i centri storici»

Ennio Nonni, architetto e urbanista, con un passato da dirigente del Comune di Faenza e di sei Comuni dell’Unione della Romagna faentina, sarà uno dei due relatori dell’iniziativa dedicata ai centri storici in programma per il 16 gennaio al Circolo Sersanti.

Nonni, proviamo a dare qualche spunto all’Amministrazione comunale che verrà: come si fa a rendere un centro storico più attrattivo?
«Credo non ci siano soluzioni precostituite o regole generali per fare in modo che il centro storico di una città diventi, con un colpo magico, più attrattivo. Di sicuro il conto torna se è la città nel suo complesso a essere più attrattiva per le persone, i visitatori, gli imprenditori; non ci sono scorciatoie. Dopo alcuni decenni di filosofie di pianificazione, si vedono concretamente le differenze fra le città e si possono analizzare i fatti avvenuti. Sono le azioni quotidiane inerenti l’esame dei progetti, i lavori pubblici coerenti, la lungimiranza degli investimenti pubblici, le incentivazioni economiche e fiscali messe in campo. Non è certamente il piano regolatore con le sue norme a garantire l’attrazione delle aree centrali. Anzi, a volte si corre il rischio di limitare i privati con regole generali rigide».

Su cosa si potrebbe intervenire per ripopolare il centro?
«Innanzitutto è necessario capire se la città condivide per il proprio centro identitario alcune strategie, quali, ad esempio, mantenere la residenza e aumentare la popolazione; non decentrare i servizi; favorire il mix funzionale e le attività ai piani terra; aumentare la mobilità sostenibile; utilizzare o dismettere gli immobili pubblici; perseguire la massima semplificazione e pulizia negli spazi pubblici; favorire l’intervento privato sui volumi anomali delle coperture e cortili; attirare le attività innovative e i creativi con agevolazioni. Sono alcuni spunti di riflessione che meritano di essere indagati, specie per le città di medie dimensioni che, senza azioni di governo vedranno l’impoverimento progressivo e ineludibile delle radici stesse della “civitas”». (lo.mi.)

L”articolo completo è su «sabato sera» del 9 gennaio

Nelle foto: Ennio Nonni e il centro di Imola dall”alto

L'architetto e urbanista Ennio Nonni: «Non ci sono regole precostituite per rendere attrattivi i centri storici»
Cronaca 15 Gennaio 2020

Quali soluzioni per i centri storici delle medie città? Anche un sociologo e un urbanista al convegno

Centri storici delle medie città: declino o rinascita? E’ il tema del convegno organizzato dall’associazione culturale Codronchi Argeli per domani, giovedì 16 gennaio, nella sala del Circolo Sersanti in piazza Matteotti (ore 20.30). Relatori della serata saranno Giandomenico Amendola, già professore ordinario di Sociologia urbana della facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e al Politecnico di Bari, che ha insegnato e svolto ricerche anche al Mit (Massachusetts Institute of Technology), ed Ennio Nonni, architetto e urbanista, già dirigente del Comune di Faenza e di sei Comuni dell’Unione della Romagna faentina.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il Centro studi Luigi Einaudi di Imola, la Consulta delle libere professioni della Fondazione Crimola, Università aperta e il Centro studi Alcide De Gasperi. «Per un reale cambiamento di abitudini e per una rigenerazione del centro storico – spiega Pierangelo Raffini, coordinatore dell’associazione Codronchi Argeli – serve almeno un mandato (5 anni), perché certi cambiamenti non avvengono rapidamente e sono frutto di una serie di interventi e azioni, anche sperimentali. Occorre un “patto della città” tra associazioni d’impresa, imprese e Amministrazione, perché il centro storico è di tutti». E puntualizza: «Non vogliamo dare connotazioni politiche all’iniziativa e non vogliamo giudicare da un punto di vista politico le scelte fatte finora, perché non lo riteniamo costruttivo. Portiamo un urbanista e un sociologo perché l’intento, invece, è dare chiavi di lettura differenti, non solo in merito al commercio ma anche alla riqualificazione per esempio degli immobili stessi nelle vie secondarie, dove si possono dare agevolazioni per ristrutturare favorendo l’aumento della popolazione residente. Per me il centro storico è la memoria di una città. Bisogna trovare delle occasioni che riportino le persone a frequentarlo, giovani compresi. Oggi il modo di acquistare è cambiato, si compra su Internet anche se c’è un bel centro. La soluzione la si deve trovare insieme. Parliamone, confrontiamoci».

Per il sociologo Amendola «la città in cui viviamo oggi – spiega- sta diventando una città assolutamente nuova rispetto al passato e quando si parla di“rinascimento urbano” si vuole intendere anche questo. Il primo elemento nuovo è la città, il cui futuro non è più scritto nel passato. Circola una frase in Europa: “Le città che avranno un futuro sono solo quelle che lo hanno già scelto”. E qui subentra il secondo elemento: la globalizzazione. Le città devono re-inventarsi per competere su scale molto più vaste, i capitali sono scarsi, le persone sono date, quindi si deve competere per attrarre capitali e persone, sia famiglie che imprese che visitatori e così via». (r.cr.)

Nella foto Giandomenico Amendola

Quali soluzioni per i centri storici delle medie città? Anche un sociologo e un urbanista al convegno
Cronaca 2 Gennaio 2020

Come far rivivere i centri storici, una conferenza a Imola organizzata dall'associazione Codronchi-Argeli

Uno dei temi che dovranno fare parte dell’agenda di lavoro della prossima amministrazione comunale imolese è certamente quello della vivibilità della parte storica della città. Ne è consapevole l’associazione culturale Codronchi- Argeli che organizza, per il prossimo 16 gennaio, alle ore 20.30 nella sala del circolo Sersanti, una conferenza dal titolo «Centri Storici delle medie città: declino o rinascita?». L’associazione, che ha come presidente Alessandro Curti ecoordinatore Pierangelo Raffini, è una realtà di professionisti del territorio, molti dei quali hanno la loro sede in centro storico a Imola.

«Il nostro obiettivo – racconta Pierangelo Raffini – non è quello di ripercorrere il passato alla ricerca di responsabilità. Non è il momento delle polemiche, ma dei fatti per elevare la qualità della nostra città, è tempo di cercare assieme soluzioni e di cominciare a metterle in pratica». E proprio per questo la serata del 16 gennaio propone gli interventi di due personaggi che possono arricchire la discussione portando esperienze da varie parti d’Italia. «Il primo intervento sarà di Giandomenico Amendola, già professore ordinario di Sociologia urbana della facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e al Politecnico di Bari – spiega Raffini -. Ha insegnato e svolto ricerche anche al Mit (Massachusetts Institute of Technology), nonché autore di molte pubblicazioni su questi temi. Seguirà Ennio Nanni, architetto e urbanista, già dirigente del Comune di Faenza e di sei Comuni dell’Unione della Romagna faentina, che porterà degli esempi, non solo del nostro territorio, di come la rigenerazione urbana o gli interventi in centro storico, magari appoggiati da norme comunali incentivanti, possano contribuire a rendere questi spazi più vivibili e interessanti».

Già nella sua esperienza come assessore allo Sviluppo economico del Comune di Imola, Pierangelo Raffini aveva raccolto molti stimoli tra i cittadini e gli operatori e ora: «E’ importante che sia la Codronchi Argeli a farsi promotrice di un evento che è di interesse di tutta la città, dal cittadino che la abita a chi ci lavora». «Imola ha un bel centro storico – conclude Raffini -, pulito, ben arredato. E’ chiaro che se ci fosse un commercio più vivo, anche con l’aiuto di catene commerciali in grado di coinvolgere di più i giovani, ne guadagnerebbe tutta la città.Ci incontriamo per parlarne e cominciare un percorso nuovo e di crescita». L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale Codronchi Argeli con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, in collaborazione con il Centro studi Luigi Einaudi di Imola, la consulta delle Libere professioni della Fondazione Crimola, Università Aperta e il Centro studi Alcide De Gasperi. (r.cr.)

Nella foto Pierangelo Raffini

Come far rivivere i centri storici, una conferenza a Imola organizzata dall'associazione Codronchi-Argeli
Cronaca 15 Novembre 2019

Le droghe fanno sempre paura, come cambia il mercato dello sballo e cosa fare per prevenire i rischi

Il mondo cambia e il mercato dello «sballo» è sempre un passo avanti. Parlare di droga non significa più solo eroina, cocaina e marijuana o hashish bensì pasticche fatte in casa con pericolosi cocktail di sostanze psicoattive, oppure farmaci complice la chimica e Internet. Una complicata rincorsa sulla quale la Regione Emilia Romagna da tempo ha acceso dei fari di prevenzione delle dipendenze e monitoraggio con il progetto «Vivere» e le Unità di strada, per il territorio dell’imolese seguito dalla coop. SolcoSalute, nell’ambito delle attività gestite dalle Dipendenze patologiche dell’Ausl di Imola. E’ in questo filone che si è inserito l’incontro «Nuove droghe: strategie di prevenzione» che si è svolto ieri nella Sala Bcc Città & Cultura di via Emilia 212. Ad organizzarlo Comune, Dipartimento di Salute mentale dell’Ausl, Solco Salute e Solco Imola, l’Associazione Avvocati, il sindacato di polizia Sap.

«Casi di Fentanyl (il super antidolorifico che ha provocato molte morti negli Stati Uniti, ndr) non se ne sono ancora visti in Italia ma qualcosa “gira” e i mix di alcol e farmaci sono già un mondo diverso dal passato» chiarisce il coordinatore dell’Unità di strada di SolcoSalute, lo psicologo Alberto Martini. Nel circondario «tutto sommato la situazione è buona- prosegue Martini -. I ventenni sono più consapevoli e informati, ad esempio hanno il “guidatore designato” che non beve quando escono la sera, però vivono il web come uno spazio dove si può tutto». E lo «spacciatore» che fa paura non lo trovi più per strada ma tramite gruppi Telegram sul cellulare o passaggi nel dark net per procurarsi pasticche che sfuggono ad ogni controllo da pagare in evanescenti bitcoin.

All”incontro di ieri hanno partecipato molti cittadini e in particolare insegnanti, educatori, forze dell’ordine, operatori del Pronto soccorso, di Croce Rossa Italiana e di altre organizzazioni del terzo settore che effettuano interventi in strada. «Ringrazio Solco Salute Cooperativa Sociale per aver fornito informazioni molto importanti agli addetti ai lavori perché le nuove droghe sintetiche sono spesso preparate in modo artigianale, ad esempio in taluni casi utilizzando sostanze velenose come il veleno per topi, il che le rende molto pericolose – sottolinea Andrea Longhi, assessore alla Legalità e Sicurezza -. Anche in questo campo vogliamo compiere insieme un percorso fra istituzioni, insegnanti, famiglie. Ci tengo a ringraziare i relatori, i rappresentanti delle forze dell’ordine e i tanti cittadini che hanno partecipato. Convegni come questi sono molto importanti, sia per chi effettua interventi in strada sia per informare i cittadini. Non bisogna mai abbassare la guardia ed essere sempre vigili verso tutto ciò che circonda noi, i nostri cari e soprattutto i giovani». (l.a. r.cr.)

Nella foto un momento del convegno che si è svolto ieri a Imola

Le droghe fanno sempre paura, come cambia il mercato dello sballo e cosa fare per prevenire i rischi
Cronaca 8 Novembre 2019

Diabete: il mese della prevenzione si passa “in famiglia'

La Giornata mondiale del diabete si celebra ogni anno il 14 novembre, in oltre 150 Paesi e corrisponde alla data di nascita di Frederick Banting il co-scopritore dell’insulina con Charles Best nel 1922.
E’ stata istituita nel 1991 dalla International diabetes federation e dall’Organizzazione mondiale della sanità per promuovere la prevenzione e la sensibilizzazione nei confronti del diabete; nel nostro Paese l’appuntamento è promosso da Diabete Italia (associazione tra la Società italiana di diabetologia e l’associazione dei Medici diabetologi) in collaborazione con le associazioni di pazienti e con la partecipazione volontaria di centinaia di medici, infermieri e operatori sanitari.

«Quest’anno il tema nazionale “Famiglia e diabete” ci ha fornito un ottimo spunto per organizzare il nostro convegno territoriale annuale aperto a tutti i cittadini» sottolinea Silvia Penazzi, presidentessa Glucasia Adici, l’associazione diabetici del circondario.
Così, il terzo degli appuntamenti del mese di novembre dedicati al diabete di sabato 16 novembre è stato intitolato “Famiglia e diabete: l’importanza di una gestione partecipata » e si terrà dalle ore 9.45 alle 12 presso la prestigiosa Sala Auditorium Aldo Villa dei Musei Civici San Domenico, in via Sacchi 4 a Imola.
«I vari relatori contribuiranno a mettere in evidenza l’importanza della famiglia nella gestione del diabete – continua Penazzi –, poiché chi ha questa patologia non deve sentirsi solo e la vicinanza dei familiari può fare davvero la differenza nella gestione e nella qualità della vita. Sono argomenti importanti che ci riguardano da vicino pertanto invitiamo tutti a partecipare e a portare domande, riflessioni a cui risponderemo alla fine del convegno». (r.cr.)

Ulteriori particolari nel numero del Sabato sera del 16 novembre

Diabete: il mese della prevenzione si passa “in famiglia'
Cronaca 8 Novembre 2019

Il canadese Luis Radford spiega come insegnare bene la matematica

Conto alla rovescia per la 33ª edizione del convegno nazionale Incontri con la matematica, che si terrà al centro congressi Artemide di Castel San Pietro oggi (inizio ore 14), domani e domenica.

Un evento sempre atteso dai tanti insegnanti, ricercatori, dirigenti scolastici che ogni anno si danno appuntamento da tutta Italia per confrontarsi sul processo di insegnamento-apprendimento della matematica.
Il successo del convegno, che quest’anno è intitolato La didattica della matematica e professionalità docente, è dovuto soprattutto al fatto che non si tratta di un appuntamento solo per addetti ai lavori, ma coinvolge anche gli studenti e un vasto pubblico di curiosi e appassionati, mettendo anche in evidenza i rapporti fra la matematica e altre discipline.
Da segnalare quest’anno la partecipazione di uno dei ricercatori in didattica della matematica più riconosciuti al mondo. Si tratta di Luis Radford, professore alla Scuola di scienze dell’educazione dell’Università Laurentienne di Sudbury, Ontario, Canada. (r.cr.)

Fotografia del Comune di Castel San Pietro

Il canadese Luis Radford spiega come insegnare bene la matematica

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