A Imola la Croce Rossa festeggia 161 anni con un convegno sul diritto umanitario e lo screening per prevenire il tumore al seno
Spesso nei film di guerra del passato si sentiva dire dai prigionieri «mi appello alla Convenzione di Ginevra» (immortale la battuta ripetuta più volte da Alec Guinness, protagonista del pluripremiato «Il ponte sul fiume Kwai», al comandante del campo di prigionia giapponese dove è detenuto con i suoi uomini). Forse non tutti sanno che questa convenzione nacque nel 1864 per l’impegno del fondatore della Croce Rossa, Henri Dunant, sconvolto dalle condizioni dei feriti visti sul campo di battaglia di Solferino qualche anno prima. Da quel primo trattato, con adeguamenti al passare del tempo e all’intensificarsi dei conflitti, si arriva al Diritto internazionale umanitario, l’insieme di trattati internazionali, con regole per risolvere questioni umanitarie causate direttamente dai conflitti armati, con l’intento di limitare e prevenire le sofferenze umane durante un conflitto.
Un tema purtroppo molto attuale e sentito se pensiamo a quanto sta accadendo dall’Ucraina a Gaza passando per l’Africa. Così la Croce Rossa imolese ha indetto per domani a palazzo Sersani (piazza Matteotti 8) un convegno per approfondire proprio questo argomento: il diritto internazionale umanitario. In due sessioni, dalle 9 e dalle 15, esperti della Croce Rossa parleranno dell’impegno in questo settore.
L’evento si inserisce fra le iniziative per la festa della fondazione della Croce Rossa italiana 161 anni fa che vedrà domenica, dalle 9.30, la presenza della clinica mobile che offrirà visite ed esami gratuiti (ecografie e mammografie) per la prevenzione del tumore al seno. Un’attività della campagna Salute in comune rivolta alle donne residenti dai 18 ai 44 anni (fuori per età dallo screening offerto dall’Azienda sanitaria). Per partecipare occorre prenotare al numero verde 800616109.
f.v.
Su «sabato sera» in edicola l’intervista al presidente della Croce Rossa Sandro Brunori che lancia l’allarme su aumento bisogni e fragilità.
Nella foto: Sandro Brunori e Denise Bertini