Abusi sulle amiche della figlia, a giudizio imolese di 46 anni
Prima stordiva le giovanissime amiche della figlia con dei potenti farmaci, poi abusava di loro che, completamente stordite, non erano in grado di accorgersi di quello che stava accadendo. È questo, come ricostruito nel corso delle indagini dal commissariato di Imola, che succedeva nell’abitazione di un imolese di 46 anni quando la figlia organizzava dei pigiama party con le amiche, tutte all’epoca dei fatti tra i 12 e i 13 anni.
Ora l’uomo, accusato di violenza sessuale, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, richiesta accolta nell’udienza preliminare di venerdì 25 settembre dal gup Alberto Ziroldi. La discussi ne è prevista per venerdì 11 dicembre. La vicenda è emersa nel 2019 dopo che i genitori di una delle ragazzine coinvolte avevano denunciato la cosa. Nel corso delle indagini sono state sentite anche le altre giovani coinvolte (sette in tutto) con la presenza di uno psicologo. Inoltre, sono state fatte due perizie. La prima, tossicologica, la seconda perizia, invece, ha permesso di rinvenire il dna dell’uomo sul pigiama di una di loro. «Tutte e sette le giovani si sono costituite parte civile» aggiorna l’avvocato Giovanna Cappello, che difende sei
delle sette ragazze (l’ultima è difesa dall’avvocato Lucia Donato).
Ora, con il rito abbreviato, se venisse giudicato colpevole, l’imputato potrà beneficiare di uno sconto di pena fino a un terzo. A difenderlo, l’avvocato Carlo Gandolfi Colleoni. Il quarantaseienne è ancora in carcere. «I termini per la custodia cautelare sarebbero scaduti da un paio di settimane, ma durante l’emergenza Covid, per legge, erano stati sospesi, dunque è ancora alla Dozza» aggiorna l’avvocato. Per l’udienza di dicembre, però, dovrebbe già essere tornato in libertà. (gi.gi.)
L’articolo completo su «sabato sera» dell’1 ottobre.
Foto d’archvio