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Gioco
Cronaca, News
5 Novembre 2020

Gioco d’azzardo, il focus della Direzione Investigativa Antimafia sull’Emilia Romagna e il rapporto completo

La Direzione Investigativa Antimafia pubblica ogni sei mesi una relazione nella quale vengono analizzate le principali attività e i maggiori campanelli d’allarme (qui il rapporto completo). Il report, inoltre, approfondisce temi d’attualità che rappresentano le criticità in tema di legalità e ampliamento del contesto mafioso.

Non a caso, nell’ultima pubblicazione disponibile, viene preso in esame in maniera specifica il gioco d’azzardo, sempre più lavatrice delle mafie e sempre più invasiva anche sul nostro territorio, come spiega su «sabato sera» Sofia Nardacchione, giornalista e responsabile della comunicazione di Libera Bologna ed Emilia Romagna. Pertanto, nel nostro settimanale, abbiamo ritenuto utile proporre l’estratto che riguarda specificatamente il nostro territorio. Sul link in alto, invece, come detto potere consultare l’intero rapporto della Dia. (c.f.)

 

La parte del rapporto Dia che riguarda l’Emilia Romagna

Anche l’Emilia-Romagna, regione che annovera infiltrazioni mafiose soprattutto di matrice campana, calabrese e siciliana, ha fatto da sfondo per importanti indagini. Nel settore in esame, per quanto concerne le infiltrazioni camorristiche l’inchiesta “Medusa” (9 marzo 2009), coordinata dalle Dda di Napoli e Bologna, faceva luce sull’operatività di circoli privati ubicati nelle province di Bologna e Modena, adibiti al gioco d’azzardo mediante apparecchiature elettroniche da intrattenimento, riconducibili al gruppo Schiavone del clan dei Casalesi.

La Regione è stata interessata da una delle inchieste che ha maggiormente fatto luce sugli interessi della ‘ndrangheta nel nord Italia, con riguardo al settore criminale in esame: l’inchiesta “Black Monkey” della Dda di Bologna. Conclusa dalla Guardia di finanza il 23 gennaio 2013, l’indagine ha disarticolato una complessa organizzazione criminale riconducibile al più volte citato esponente di vertice del gruppo Femia (ora collaboratore di giustizia), contiguo ai Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica (Rc). Questi, emigrato dalla Calabria nel 2002 con il proprio nucleo familiare verso Conselice (Ra), aveva creato un vero e proprio impero del gioco d’azzardo digitale tra l’Emilia-Romagna, il Veneto, la Campania, la Puglia, la Calabria, l’Inghilterra e la Romania procurandosi alti profitti attraverso la gestione illecita del gioco on line e la manomissione delle video slot, eludendo i controlli dei Monopoli di Stato.

Più di recente, il 24 gennaio 2018, sempre la Guardia di finanza ha tratto in arresto, nell’ambito della citata operazione “Scramble”, tra l’Emilia-Romagna, il Lazio e la Calabria, tre pregiudicati ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta, responsabili di un episodio di estorsione in danno dei figli del predetto collaboratore di giustizia del gruppo Femia, maturato in un contesto di malavita organizzata sul territorio emiliano-romagnolo, da parte di alcuni soggetti di origine calabrese, riconducibili alla ‘ndrina Bellocco di Rosarno (Rc). Il successivo 15 novembre, la Guardia di finanza ha eseguito un provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Bologna che ha disposto la confisca del patrimonio, stimato in oltre 400mila euro, riconducibile ad un uomo di origine calabrese, particolarmente vicino al predetto boss contiguo al clan Mazzaferro. Anche il provvedimento ablativo in questione trae origine dall’operazione “Black Monkey”, che ha consentito di acquisire concreti e solidi elementi circa il coinvolgimento del soggetto sia in azioni intimidatorie ed estorsive per il recupero dei crediti illeciti, sia in ordine alla sua volontaria e consapevole intestazione fittizia di beni (fabbricati, società e autovetture) il cui reale dominus era il boss in argomento. I giudici, pertanto, hanno ordinato a suo carico la confisca di un appartamento sito a Lido Adriano, in provincia di Ravenna, e di un’automobile, perché di valore sproporzionati rispetto ai redditi percepiti.

Nella foto: grafica elaborata da Open Group per conto di Libera Radio e Libera Emilia Romagna

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